“Quod bonum, faustum, felix fortunatumque sit”
(Il mio augurio è) che ciò ti sia favorevole, felice e fortunato

Cicerone

(Rethorica, De Divinatione)

I Goliardi non son altro che gli studenti di sempre, sorprendenti per le geniali invenzioni, per lo spirito di libertà, per la preveggente vocazione europea, umanitaria ed internazionale. Il fatto che i professori siano stati a loro volta giovani studenti, suggerisce di allargare il rapporto fra il mondo dei giovani e quello degli adulti, e di ristudiare i conflitti generazionali, le censure che scandiscono l’età dell’uomo nelle difficoltà delle diverse fasi della vita.
Questa è la Goliardia di tutti noi. Ognuno poi ha la sua storia, i suoi ricordi le sue vicende da raccontare. Mai un racconto sarà simile ad un altro, perché ognuno di noi mette i propri sentimenti e le proprie emozioni, ma tutto sarà sempre legato da quell’unico grande amore che ci affratella e ci fa sentire vivi.

Ergo “Goliardia è cultura ed intelligenza, è amore per la libertà e coscienza delle proprie responsabilità sociali davanti alla scuola di oggi ed alla professione di domani. È culto dello spirito che genera un particolare modo di intendere la vita alla luce di un’assoluta libertà di critica, senza alcun pregiudizio di fronte ad uomini ed istituti. È infine culto delle antichissime tradizioni che portarono nel mondo il nome delle nostre libere Università di Scholari”.

(Fonte: 1° Convegno dei Principi della Goliardia – Verona, Aprile 1947)